Le piogge sono in arrivo, in alcune
zone sono già cominciate. E per i prossimi sei mesi trasformeranno
migliaia di chilometri quadrati di terreni aridi in fango e paludi,
in molti casi impercorribili. Un ambiente difficile in ogni caso, ma
che nelle regioni di confine tra Sudan e Sud Sudan rischia di
peggiorare drammaticamente una situazione già molto critica dal
punto di vista umanitario. Gli
appelli all'azione – rapida, incisiva – si susseguono da giorni.
Andando tutti nella stessa direzione: con le piogge, è possibile che
una carestia già all'orizzonte diventi realtà, che le operazioni di
emergenza delle organizzazioni internazionali, governative e non,
vengano pesantemente rallentate se non fermate del tutto e che quindi
il numero di persone in situazione di gravissimo disagio cresca a
dismisura.
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venerdì 18 maggio 2012
lunedì 23 aprile 2012
Sud Sudan, bombe su Unity
Sono stata qualche giorno offline. Vedere le notizie sudanesi oggi è stato quantomai frustrante e preoccupante. Sono stati giorni intensi, di scambi di accuse, di toni sempre più accesi da entrambe le parti - il presidente Bashir si è lasciato andare a epiteti particolarmente spiacevoli nei confronti dei sud-sudanesi e dello Splm in particolare, che hanno fatto i titoli dei giornali (stranieri) -, di una guerra che è ormai realtà. Non è detto che sia a tutti gli effetti una guerra vera e propria che continuerà per anni, ma gli eventi delle ultime settimane non possono essere chiamati altrimenti.
Per la cronaca, Heglig è tornata sotto il controllo delle Saf. Secondo Khartoum perché l'esercito sudanese è riuscito a cacciare lo Spla entro i confini del Sud, secondo Juba perché la leadership sud-sudanese ha deciso di ritirarsi in buon ordine, come richiesto dalla comunità internazionale.
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REUTERS/Goran Tomasevic |
lunedì 16 aprile 2012
Sud Sudan, una voce da Bentiu
Ieri sera Marco Tesser, un amico che lavora con UNMISS a Bentiu, capitale dello stato di Unity, ha raccontato su Facebook la sua giornata:
Today I had to cross the [Bentiu] bridge twice, morning and afternoon. In the morning in front of SPLA Div 4 HQ two trucks were offloading so many troops with their shiny brand new uniforms and guns. It seemed they were coming back from the front. At 5.50 I was a Grand Hotel in Bentiu by WFP, at 6.25 a Sukhoi striked with 4 rockets a place only 500 meters from that place. Only one killed. Apparently in the past SPLA used to store tanks nearby. Another air bombardment hit Mayom, where we were supposed to go with a special flight to meet authorities for a water network project. 2 bombs accidentally landed on Unmiss county base (there is nobody there), 2 by the county commissioner office, but the target was Mayom bridge. SAF continues targeting strategical sites: bridges in Bentiu, Mayom and Abiemnhom as well as any military installation. Bad aim though, so far.Tonight at 22.30 prolongued shooting apparently from SPLA HQ (5 km from Unmiss base) for unknown reasons ended up with one bullet penetrating a colleague's container from the roof and landing harmlessly on the bedsheet. It seems that tomorrow (monday) non essential staff will start being evacuated (including myself) to Rumbek. Final decision will be taken in the morning after ASMT meeting. Now packing...
mercoledì 11 aprile 2012
Nuovi scontri nelle aree petrolifere. E il limbo legale dei sud-sudanesi in Sudan

Gli scontri al confine tra Sudan e Sud Sudan sono ricominciati. E questa volta lo Spla è riuscito ad assicurarsi il controllo del più importante campo petrolifero sudanese, quello di Heglig. L'ha confermato alla BBC lo stesso portavoce dell'esercito di Khartoum, il colonnello Khalid Sawarmi, ammettendo che le Saf sono state sconfitte. Naturalmente ci sono divergenze sulle ragioni dello scontro: Sawarmi ha detto che le truppe sud-sudanesi hanno attaccato per prime, il portavoce dello Spla, Philip Aguer, sostiene invece che i soldati di Juba hanno reagito a un attacco aereo del Sudan nelle aree petrolifere dello stato sud-sudanese di Unity.
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martedì 3 aprile 2012
Questione di immagine: al-Jazeera e le notizie dai due Sudan
Non è sempre semplice seguire i fatti africani da lontano. Bisogna affidarsi ad agenzie, giornali e network internazionali, che talvolta semplificano troppo, o travisano, le informazioni che ricevono. Ma se ci sono le immagini, tutto sembra più semplice. E se c'è un canale attraverso cui poter accedere a una copertura efficace, anche attraverso le immagini, questo è al-Jazeera English.
Come in tutti gli altri casi di grandi network o di più o meno piccole agenzie e testate giornalistiche, anche al-Jazeera non è immune da possibili semplificazioni, travisamenti o dal sospetto che su certe questioni il suo editore, lo stato (e quindi lo sceicco) del Qatar, abbia una "hidden agenda". Ciò non toglie però che sul Medio Oriente e l'Africa (ma non solo) la copertura sia ottima e spesso il network riesca a dare informazioni o a imbandire dibattiti che altri non hanno. Facendo anche qualche bello scoop.
Come in tutti gli altri casi di grandi network o di più o meno piccole agenzie e testate giornalistiche, anche al-Jazeera non è immune da possibili semplificazioni, travisamenti o dal sospetto che su certe questioni il suo editore, lo stato (e quindi lo sceicco) del Qatar, abbia una "hidden agenda". Ciò non toglie però che sul Medio Oriente e l'Africa (ma non solo) la copertura sia ottima e spesso il network riesca a dare informazioni o a imbandire dibattiti che altri non hanno. Facendo anche qualche bello scoop.
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mercoledì 28 marzo 2012
Scontri tra i due Sudan, tra aggiornamenti e assurdità
Sono passati altri due giorni, ma non ci sono particolari novità sugli scontri al confine tra Sudan e Sud Sudan, che sarebbero ancora in corso. Dalla capitale dello stato di Unity, Bentiu, arriva la notizia che l'aviazione sudanese ha ripreso, anche la notte scorsa, i bombardamenti all'interno dei confini del Sud Sudan, mentre da Khartoum il capo dei servizi segreti sudanesi, Mohammed Atta al-Moula, ha accusato l'esercito sud-sudanese di essere entrato in territorio sudanese, ma ha escluso che i militari di Juba siano riusciti a entrare nei campi petroliferi di Heglig.
lunedì 26 marzo 2012
Sudan e Sud Sudan, violenti scontri al confine
Le notizie che arrivano da Khartoum e da Juba sono pessime. E ancora piuttosto confuse, a dir la verità. Districarsi tra le versioni ufficiali e divergenti dei due governi non è facile, capire quello che è successo veramente oggi quasi impossibile. E allora andiamo con calma e cerchiamo di fare il punto della situazione, quantomeno per quello che è trapelato finora.
Il primo a lanciare il breaking news su Twitter è @wasilalitaha, giornalista del Sudan Tribune, che verso le 19 italiane posta un tweet in cui riporta la notizia data dall'esercito sudanese secondo cui durante la giornata ci sarebbero stati scontri al confine con l'esercito sudsudanese, lo Spla, mentre i ribelli darfuriani del Jem avrebbero attaccato i pozzi petroliferi di Heglig, in Kordofan meridionale, quindi all'interno dei nuovi confini del Sudan.
Il primo a lanciare il breaking news su Twitter è @wasilalitaha, giornalista del Sudan Tribune, che verso le 19 italiane posta un tweet in cui riporta la notizia data dall'esercito sudanese secondo cui durante la giornata ci sarebbero stati scontri al confine con l'esercito sudsudanese, lo Spla, mentre i ribelli darfuriani del Jem avrebbero attaccato i pozzi petroliferi di Heglig, in Kordofan meridionale, quindi all'interno dei nuovi confini del Sudan.
sabato 17 marzo 2012
Clooney e i tweeps sudanesi: cronaca di una giornata particolare
Una giornata intensa tra i tweeps sudanesi, quella di ieri. Iniziata come sempre, con notizie e commenti che riguardano il paese, man mano che le ore passavano ha preso una piega diversa. Mentre da Khartoum la giornalista e blogger Maha el-Sanosi, alias @MimzicalMimz, raccontava della sua visita al marito di un'insegnante e attivista nuba, Jalila Khamis Koko, prelevata dai servizi segreti nella notte di quattro giorni fa e da allora sparita, Moez Ali, alias @his_moezness, già iniziava a fare dell'amara ironia su George Clooney, il suo incontro con Barak Obama e il suo attivismo pro-Sudan. All'hashtag #FreeJalila, si alternava quindi lo #SlapGeorgeClooney (date uno schiaffo a George Clooney). Perché "la politica non è un posto per la filantropia o l'altruismo" e perché "sì, il Sudan ha bisogno dell'attenzione dei media. Ma non del tipo che Clooney cerca".
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