domenica 29 aprile 2012

L'Africa e la stampa italiana


Siamo alle solite. "Africa, attacchi contro i cristiani", "Africa, nuova offensiva contro i cristiani" e "Africa, bombe contro i cristiani" sono gli attuali titoli di apertura dei principali quotidiani italiani, come si vede dalle immagini. Onestamente mi sembrano vergognosi. A leggerli, di primo acchito vien da pensare che le comunità cristiane di ogni denominazione, ordine e grado siano sotto attacco in tutto il continente, quasi un'offensiva coordinata contro le Chiese dal Mediterraneo al Capo di Buona Speranza. Invece si tratta di attacchi diversi per modalità e ampiezza (una bomba sotto un altare, pare, in una chiesa di Nairobi, in Kenia, e spari durati a lungo durante la messa in un campus universitario a Kano, nel nord della Nigeria), accaduti a diverse migliaia di chilometri di distanza, che potrebbero avere matrici politiche - naturalmente diverse - ma potrebbero anche essere stati causati da altro (pensate alle varie carneficine nei campus universitari negli States...).

lunedì 23 aprile 2012

Sud Sudan, bombe su Unity

Sono stata qualche giorno offline. Vedere le notizie sudanesi oggi è stato quantomai frustrante e preoccupante. Sono stati giorni intensi, di scambi di accuse, di toni sempre più accesi da entrambe le parti - il presidente Bashir si è lasciato andare a epiteti particolarmente spiacevoli nei confronti dei sud-sudanesi e dello Splm in particolare, che hanno fatto i titoli dei giornali (stranieri) -, di una guerra che è ormai realtà. Non è detto che sia a tutti gli effetti una guerra vera e propria che continuerà per anni, ma gli eventi delle ultime settimane non possono essere chiamati altrimenti.

REUTERS/Goran Tomasevic
Per la cronaca, Heglig è tornata sotto il controllo delle Saf. Secondo Khartoum perché l'esercito sudanese è riuscito a cacciare lo Spla entro i confini del Sud, secondo Juba perché la leadership sud-sudanese ha deciso di ritirarsi in buon ordine, come richiesto dalla comunità internazionale.

mercoledì 18 aprile 2012

Un nuovo fronte?

Reuters e BBC riportano la notizia di scontri tra Spla e Saf sulla strada tra Aweil, capitale dello stato sud-sudanese del Bahr al-Ghazal occidentale, e Meiram, nello stato sudanese del Darfur meridionale. Di nuovo zona di confine, inevitabilmente, ma questa volta non ci sono in gioco gli interessi economici e strategici che invece ci sono nei campi petroliferi di Heglig e Unity. Pare che lo scontro a fuoco sia stato causato dall'uccisione di un soldato sud-sudanese che stava andando a raccogliere l'acqua.

Questa almeno è la versione ufficiale dello Spla. Forse c'è altro, difficile saperlo. Ma se fosse solo questo, sarebbe la conferma che i nervi sono scoperti in entrambi gli eserciti, tra i soldati semplici come tra gli ufficiali. E il rischio che quindi la situazione sfugga di mano ai comandi a Khartoum e Juba c'è: nessuno dei due eserciti è famoso per la disciplina interna e scontri simili potrebbero ripetersi. Di portata limitata, certo, ma se si sommano l'uno all'altro e i flashpoint diventano quindi molti, distribuiti lungo tutto il lungo confine, quanto tempo ci metteranno i governi decidere o a essere trascinati in una guerra vera e propria?

Non molto temo, soprattutto se, come ha riferito Thabo Mbeki al Consiglio di Sicurezza (che dal canto suo sta valutando l'imposizione di sanzioni contro entrambi i  paesi), gli hardliners stanno guadagnando terreno in entrambe le capitali.

lunedì 16 aprile 2012

Sud Sudan, una voce da Bentiu

Ieri sera Marco Tesser, un amico che lavora con UNMISS a Bentiu, capitale dello stato di Unity, ha raccontato su Facebook la sua giornata:
Today I had to cross the [Bentiu] bridge twice, morning and afternoon. In the morning in front of SPLA Div 4 HQ two trucks were offloading so many troops with their shiny brand new uniforms and guns. It seemed they were coming back from the front. At 5.50 I was a Grand Hotel in Bentiu by WFP, at 6.25 a Sukhoi striked with 4 rockets a place only 500 meters from that place. Only one killed. Apparently in the past SPLA used to store tanks nearby. Another air bombardment hit Mayom, where we were supposed to go with a special flight to meet authorities for a water network project. 2 bombs accidentally landed on Unmiss county base (there is nobody there), 2 by the county commissioner office, but the target was Mayom bridge. SAF continues targeting strategical sites: bridges in Bentiu, Mayom and Abiemnhom as well as any military installation. Bad aim though, so far.Tonight at 22.30 prolongued shooting apparently from SPLA HQ (5 km from Unmiss base) for unknown reasons ended up with one bullet penetrating a colleague's container from the roof and landing harmlessly on the bedsheet. It seems that tomorrow (monday) non essential staff will start being evacuated (including myself) to Rumbek. Final decision will be taken in the morning after ASMT meeting. Now packing...

sabato 14 aprile 2012

Ancora combattimenti

Continuano i combattimenti al confine tra Sudan e Sud Sudan. Lo Spla ha fatto sapere di aver respinto l'attacco delle Saf su Heglig, mentre nuove bombe sono cadute su Bentiu. Questa volta sganciate da un Mig, più precise quindi.

Metto qui di seguito l'articolo che ho scritto oggi per il Fatto Quotidiano online e che può essere letto anche qui.

La guerra ufficialmente non è ancora stata dichiarata. Ma è difficile trovare un altro nome per i combattimenti che sono in corso, ormai da quasi una settimana, al confine tra la repubblica delSudan e quella del Sud Sudan. Difficile dire chi ha iniziato, anche perché non si tratta dei primi scontri tra i due paesi. Quel che è certo è che martedì l’Esercito popolare per la liberazione del Sudan (Spla), l’ex gruppo ribelle diventato esercito regolare della nuova repubblica sud-sudanese, ha conquistato Heglig, centro abitato dello stato sudanese del Kordofan meridionale, dai cui pozzi petroliferi Khartoum ricava circa la metà dei suoi 115mila barili di greggio al giorno. Ovvero la maggior parte del petrolio rimasto entro i confini del Sudan dopo la secessione e l’indipendenza, il 9 luglio 2011, del Sud Sudan.

giovedì 12 aprile 2012

I due Sudan alla guerra (?)

Il punto di domanda tra parentesi è voluto. Perché a leggere le notizie in arrivo da Khartoum, da Juba e dalle aree di confine tra i due paesi la guerra sembra ormai un dato di fatto. Quindi ci vorrebbe un'affermazione, non una domanda. Ma formalmente la guerra non è ancora dichiarata, quindi forse un margine di manovra rimane. Mi chiedo se sia solo una mia speranza (irrazionale, purtroppo, perché gli eventi e le parole usate in questi giorni fanno pensare a tutt'altro), o se anche i responsabili politici a Khartoum e a Juba non stiano pericolosamente giocando con il fuoco, alzando i toni e il livello dello scontro sul terreno in una dimostrazione di forza che però rischia di sfuggire loro di mano.

mercoledì 11 aprile 2012

Nuovi scontri nelle aree petrolifere. E il limbo legale dei sud-sudanesi in Sudan




Gli scontri al confine tra Sudan e Sud Sudan sono ricominciati. E questa volta lo Spla è riuscito ad assicurarsi il controllo del più importante campo petrolifero sudanese, quello di Heglig. L'ha confermato alla BBC lo stesso portavoce dell'esercito di Khartoum, il colonnello Khalid Sawarmi, ammettendo che le Saf sono state sconfitte. Naturalmente ci sono divergenze sulle ragioni dello scontro: Sawarmi ha detto che le truppe sud-sudanesi hanno attaccato per prime, il portavoce dello Spla, Philip Aguer, sostiene invece che i soldati di Juba hanno reagito a un attacco aereo del Sudan nelle aree petrolifere dello stato sud-sudanese di Unity.

mercoledì 4 aprile 2012

Tra video ed emozione

Quasi per caso, sono incappata oggi pomeriggio nel documentario "Egypt: the other homeland" sul sito di Al-Jazeera English (sì, ancora lei!). Quando ho capito di che si trattava, ho immediatamente schiacciato il play, anche se avrei dovuto concentrarmi su altre cose.
Be', è stata un'emozione. Grecia ed Egitto sono due paesi che amo. E ho uno splendido ricordo di Alessandria, di un weekend di inizio novembre, ormai più di nove anni fa, passato tra la biblioteca da poco riaperta, la spiaggia e le scorpacciate di pesce nei ristoranti vicino alla Corniche. Anche se non era più l'Alessandria raccontata nel documentario, quella precedente al colpo di stato del '52, era difficile non sentire un'aria familiare, pienamente mediterranea seppur in contesto arabo. Una percezione che condivideva anche Marija, la mia adorata coinquilina del Cairo, che con il suo background balcanico sapeva bene a cosa mi riferivo.

martedì 3 aprile 2012

Questione di immagine: al-Jazeera e le notizie dai due Sudan

Non è sempre semplice seguire i fatti africani da lontano. Bisogna affidarsi ad agenzie, giornali e network internazionali, che talvolta semplificano troppo, o travisano, le informazioni che ricevono. Ma se ci sono le immagini, tutto sembra più semplice. E se c'è un canale attraverso cui poter accedere a una copertura efficace, anche attraverso le immagini, questo è al-Jazeera English.
Come in tutti gli altri casi di grandi network o di più o meno piccole agenzie e testate giornalistiche, anche al-Jazeera non è immune da possibili semplificazioni, travisamenti o dal sospetto che su certe questioni il suo editore, lo stato (e quindi lo sceicco) del Qatar, abbia una "hidden agenda". Ciò non toglie però che sul Medio Oriente e l'Africa (ma non solo) la copertura sia ottima e spesso il network riesca a dare informazioni o a imbandire dibattiti che altri non hanno. Facendo anche qualche bello scoop.