Sono arrivata ieri pomeriggio a Juba, Sud Sudan. In città fervono i preparativi per le celebrazioni per l'indipendenza della regione, che il 9 luglio diventerà il 54° stato indipendente dell'Africa. Scarseggiano alcuni beni, in particolare il carburante. Il che significa restare spesso senza elettricità, perché ogni goccia consumata per mandare avanti il generatore vale oro. E senza elettricità non si accede neanche a internet, ovviamente.
Cercherò di aggiornare il blog regolarmente, ci sono tante cose da raccontare e da commentare, anche perchè gli impegni delle ultime settimane mi hanno ridotto al silenzio. Intanto, per iniziare, una nota di colore: in vista dell'indipendenza, l'aeroporto internazionale di Juba è stato risistemato. C'est à dire: nello stanzone degli arrivi (per quello delle partenze non mi pronuncio, lo vedrò tra qualche settimana) è stato posizionato, funzionante!, un metal detector. Attraverso cui far passare tutti i bagagli dei passeggeri in arrivo, sia quelli a mano sia quelli spediti. Una volta controllati, vengono comunque lanciati e ammucchiati sul pavimento come prima. Solo che c'è una parvenza di ordine, di funzionamento e di sicurezza in più. Che naturalmente rallenta molto le cose...
Cercherò di aggiornare il blog regolarmente, ci sono tante cose da raccontare e da commentare, anche perchè gli impegni delle ultime settimane mi hanno ridotto al silenzio. Intanto, per iniziare, una nota di colore: in vista dell'indipendenza, l'aeroporto internazionale di Juba è stato risistemato. C'est à dire: nello stanzone degli arrivi (per quello delle partenze non mi pronuncio, lo vedrò tra qualche settimana) è stato posizionato, funzionante!, un metal detector. Attraverso cui far passare tutti i bagagli dei passeggeri in arrivo, sia quelli a mano sia quelli spediti. Una volta controllati, vengono comunque lanciati e ammucchiati sul pavimento come prima. Solo che c'è una parvenza di ordine, di funzionamento e di sicurezza in più. Che naturalmente rallenta molto le cose...
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