Mentre la data dell'indipendenza del Sud Sudan si avvicina, i negoziati in corso ad Addis Abeba, mediati dal Panel di alto livello dell'Unione Africana (Auhip) guidato dall'ex presidente sudafricano Thabo Mbeki, sembrano iniziare a dare qualche frutto. Ieri sera la prima notizia: il governo di Khartoum e lo Splm-Nord hanno raggiunto un accordo-quadro sulle "due aree", ovvero il Kordofan meridionale e il Nilo Azzurro, i due stati del Nord Sudan che hanno, in parte, combattuto con il Sud durante la guerra civile.
mercoledì 29 giugno 2011
domenica 26 giugno 2011
Ciao David
Aprire Facebook e scoprire che è morto un caro amico è bruttissimo. Se poi succede quando sei a migliaia di km da casa e non potrai neanche stringerti attorno alla sua bella famiglia e piangerlo con gli altri amici è terribile. David è morto oggi in montagna, su quelle montagne che amava tanto. Lo saluto con una canzone che spesso abbiamo cantato assieme e che ora, purtroppo, dedichiamo a lui.
Prima da Juba
Sono arrivata ieri pomeriggio a Juba, Sud Sudan. In città fervono i preparativi per le celebrazioni per l'indipendenza della regione, che il 9 luglio diventerà il 54° stato indipendente dell'Africa. Scarseggiano alcuni beni, in particolare il carburante. Il che significa restare spesso senza elettricità, perché ogni goccia consumata per mandare avanti il generatore vale oro. E senza elettricità non si accede neanche a internet, ovviamente.
Cercherò di aggiornare il blog regolarmente, ci sono tante cose da raccontare e da commentare, anche perchè gli impegni delle ultime settimane mi hanno ridotto al silenzio. Intanto, per iniziare, una nota di colore: in vista dell'indipendenza, l'aeroporto internazionale di Juba è stato risistemato. C'est à dire: nello stanzone degli arrivi (per quello delle partenze non mi pronuncio, lo vedrò tra qualche settimana) è stato posizionato, funzionante!, un metal detector. Attraverso cui far passare tutti i bagagli dei passeggeri in arrivo, sia quelli a mano sia quelli spediti. Una volta controllati, vengono comunque lanciati e ammucchiati sul pavimento come prima. Solo che c'è una parvenza di ordine, di funzionamento e di sicurezza in più. Che naturalmente rallenta molto le cose...
Cercherò di aggiornare il blog regolarmente, ci sono tante cose da raccontare e da commentare, anche perchè gli impegni delle ultime settimane mi hanno ridotto al silenzio. Intanto, per iniziare, una nota di colore: in vista dell'indipendenza, l'aeroporto internazionale di Juba è stato risistemato. C'est à dire: nello stanzone degli arrivi (per quello delle partenze non mi pronuncio, lo vedrò tra qualche settimana) è stato posizionato, funzionante!, un metal detector. Attraverso cui far passare tutti i bagagli dei passeggeri in arrivo, sia quelli a mano sia quelli spediti. Una volta controllati, vengono comunque lanciati e ammucchiati sul pavimento come prima. Solo che c'è una parvenza di ordine, di funzionamento e di sicurezza in più. Che naturalmente rallenta molto le cose...
mercoledì 15 giugno 2011
Kordofan meridionale
Le notizie che arrivano dal Kordofan meridionale continuano a essere estremamente preoccupanti, come ben racconta Alan Boswell sul TIME. Qualche dato: UNMIS, la missione Onu in Sudan, riportava ieri la notizia di un bombardamento su Kauda, simile a quelli condotti sulla capitale Kadugli e su altre città dello stato. Di Antonov visti caricare bombe e di Mig in rientro all'aeroporto di Khartoum parla nel suo blog anche Nicholas Kay, ambasciatore britannico in Sudan. La situazione umanitaria nel frattempo peggiora, come denunciano testimoni oculari, organizzazioni religiose e UN Ocha. Oggi, un lancio del SCRN, il network radiofonico della Chiesa Cattolica, che trasmette anche dai Monti Nuba, riportava la notizia dell'uccisione di due cittadini sudanesi, membri dello staff delle Nazioni Unite a Kadugli, freddati sotto gli occhi dei caschi blu egiziani di stanza nella città. E mentre il presidente Obama ha fatto appello alle parti perchè si accordino su un cessate-il-fuoco, in serata un lancio della Reuters ha diffuso la notizia di scontri tra Saf e Spla nell'area di Abyei, sul fiume Kiir/Bahr al-Arab, che ormai fa da linea di confine (e del fronte) tra i due eserciti.
Che fine ha fatto l'Africa su Repubblica?
Condivido il testo dell'email che l'antropologa Giusy Muzzopappa ha inviato alla redazione di Repubblica.it e al suo direttore, Vittorio Zucconi. Con due precisazioni/commenti:
martedì 7 giugno 2011
Narrazione
Le news che arrivano dal Sudan, in particolare dal Southern Kordofan e dalla sua capitale, Kadugli, ancora teatro di scontri, sono sempre scarse e piuttosto confuse. Intanto, da Juba le Nazioni Unite aggiornano i dati umanitari: da giugno 2010 a fine maggio 2011 1556 persone sono state uccise in Sud Sudan. Una cifra altissima, anche perchè il maggior numero di vittime è stato causato dagli scontri tra SPLA e diverse milizie ribelli sud-sudanesi negli ultimi mesi, da metà febbraio in poi.
E questo per le notizie. C'è però dell'altro.
E questo per le notizie. C'è però dell'altro.
lunedì 6 giugno 2011
5 weeks to go...
Another week has passed, South Sudan's independence is only 5 weeks away now. Over the weekend there have been some disturbing news: U.N. blue helmets in Abyei "locked themselves up for a couple of days" during the worst clashes in the town, last month, probably to avoid being caught in cross-fire; and clashes were reported in Southern Kordofan. As for the U.N. peacekeepers, I doubt there is much to comment, their behaviour - if proven true - speaks for itself.
sabato 4 giugno 2011
Citazione dovuta
E' da mesi che ascolto "Ora", il nuovo cd di Jovanotti, con grande piacere. E quando già mi frullava in mente l'idea di questo blog, con questo nome - ho deciso di passare all'azione in modo del tutto improvviso, ma stavo considerando la cosa da un po' - non ho potuto fare a meno di notare che "Io danzo" poteva essere una buona colonna sonora. O quantomeno una traccia di una tracklist più lunga e variegata. E allora...
Riflessioni sulla pagina di un libro
Ieri, leggendo velocemente "Revolutionary Sudan. Hasan al-Turabi and the Islamist state, 1989-2000", scritto nel 2003 da J. Millard Burr and Robert O. Collins, sono incappata nella pagina che riporto integralmente qui di seguito.
In the 1992 the Department of State began to evaluate the threat to the United States from Muslim fundamentalism, Islamism, in the Sudan. In the long, hot, humid summer in Washington D.C. the Bureau of Intelligence and research of the State Department convened a seminar of academic experts to give guidance about the Sudan.
venerdì 3 giugno 2011
BorderLand
Perchè questo nome? Forse perchè i confini da attraversare e superare sono parte di me. Confini fisici, come quello che taglia la città in cui sono nata e cresciuta, Gorizia, o quello che sta per separare il paese che più amo e conosco dopo l'Italia, ovvero il Sudan. Ma anche confini mentali, quelli tra discipline e professioni o tra lingue, religioni e idee diverse. Nella convinzione che un confine non debba diventare un muro di separazione ma un'occasione di scambio, contaminazione, conoscenza.
Why this name? Maybe because crossing and overcoming borders is part of me. Geographical borders, like the one that cuts my hometown, Gorizia, or the one which will soon separate the country I love and know most besides Italy, i.e. Sudan. But also mental borders, borders between subjects and professions or between different languages, religions and ideas. In the belief that a border should not be a reason for division, but an opportunity for exchange, contamination, knowledge.
Why this name? Maybe because crossing and overcoming borders is part of me. Geographical borders, like the one that cuts my hometown, Gorizia, or the one which will soon separate the country I love and know most besides Italy, i.e. Sudan. But also mental borders, borders between subjects and professions or between different languages, religions and ideas. In the belief that a border should not be a reason for division, but an opportunity for exchange, contamination, knowledge.
English version?
I was wondering whether I could use English only for my new blog. I doubt I can. Not all the time at least. Italian is my mothertongue and although I am presently living and working in England, I use English for academic purposes here and most of the documents, news and stuff I read are in English, when I write for newspapers and magazines I do it in Italian. It is - of course! - easier and faster. But I promise I will try to use both languages here, maybe mixing them a bit and within some limits (avoiding using them in the same sentence could be a good start, for example... :-)). So... here we go!
Abyei
E' passato qualche giorno, ma quando l'ho scritto il blog ancora non c'era: vi rimando quindi ora, anche se in ritardo, a un articolo sulla crisi di Abyei, in Sudan, scritto per Repubblica.it. Lo si può leggere anche sul sito di Lettera22, l'associazione di giornalisti indipendenti di cui faccio parte dal 2003. Oppure, se preferite ascoltare l'intervista con Radio3Mondo, potete farlo dal sito della trasmissione.
Capire quali siano le ragioni dietro l'ultima escalation ad Abyei non è semplice. Si sapeva che una crisi nella e per la regione era il rischio maggiore. La questione di Abyei è rimasta un nervo scoperto in tutti questi anni di pace tra Nord e Sud, e continua a esserlo a maggior ragione ora che mancano poche settimane all'indipendenza del Sud Sudan.
Il rischio che il gioco sfugga di mano rimane, anche se, come Roving Bandit, voglio continuare a credere che un nuovo conflitto Nord-Sud si possa evitare. Interessanti sono i link e i brani che Roving Bandit cita nel suo post. Danno la misura di quali e quante ipotesi, paure e interpretazioni l'azione di Khartoum ad Abyei del 21-22 maggio susciti. E di quanto poche siano le certezze. Intanto, le parti stanno cercando di trovare una via d'uscita, mentre sul terreno si contano i morti, come raccontava ieri la Reuters.
Capire quali siano le ragioni dietro l'ultima escalation ad Abyei non è semplice. Si sapeva che una crisi nella e per la regione era il rischio maggiore. La questione di Abyei è rimasta un nervo scoperto in tutti questi anni di pace tra Nord e Sud, e continua a esserlo a maggior ragione ora che mancano poche settimane all'indipendenza del Sud Sudan.
Il rischio che il gioco sfugga di mano rimane, anche se, come Roving Bandit, voglio continuare a credere che un nuovo conflitto Nord-Sud si possa evitare. Interessanti sono i link e i brani che Roving Bandit cita nel suo post. Danno la misura di quali e quante ipotesi, paure e interpretazioni l'azione di Khartoum ad Abyei del 21-22 maggio susciti. E di quanto poche siano le certezze. Intanto, le parti stanno cercando di trovare una via d'uscita, mentre sul terreno si contano i morti, come raccontava ieri la Reuters.
giovedì 2 giugno 2011
Finalmente mi sono decisa
Ho aspettato molto, nonostante più di qualche amico da anni mi suggerisca di fare questo passo. Non so perchè l'ho fatto ora. Ma oggi pomeriggio, invece di finire il paper al quale sto lavorando, ho pensato bene di passare all'azione. Devo ancora capire come funziona questo nuovo strumento, ma intanto... eccomi qui!
Iscriviti a:
Post (Atom)