martedì 17 gennaio 2012

Sudan, Mohammed Hassan Alim "Boushi" è libero

Mohammed Hassan Alim "Boushi", da mimzology.blogspot.com
Un giovane ingegnere, un attivista che, di fronte alle telecamere dei telefonini durante una manifestazione di protesta all'Università di Khartoum, attacca frontalmente uno degli uomini più potenti del Sudan, Nafie Ali Nafie, vicepresidente dello Ncp e assistente del presidente Bashir, e che pochi giorni dopo viene arrestato a casa sua, sotto gli occhi di sua madre, e sparisce per settimane: è questo Mohammed Hassan Alim, meglio conosciuto come Boushi. E mentre è in detenzione, il video del suo intervento all'università, immediatamente postato su YouTube, viene visto da più di 230mila persone, mentre la sua vicenda fa il giro di Twitter e Facebook, dove vengono aperte pagine in suo sostegno in arabo e in inglese. Vi ricorda qualcosa?

Tunisia, Egitto: le rivoluzioni del 2011 hanno preso il via anche per vicende come quella di Boushi. In paesi che però erano pronti per scoppiare. Il Sudan lo è? E' questa la grande domanda che per ora rimane senza risposta. Se la fanno i giovani sudanesi che hanno organizzato manifestazioni durante tutto l'anno, la cui rabbi assomiglia molto a quella dei giovani tunisini ed egiziani. Basta leggere l'ultimo post del blog di Mimz:

He [Alim] spoke up for you, me and the millions of Sudanese citizens who are struggling day to day to put bread on the table, find jobs and live a well-deserved respectful life. He voiced some of the frustrations we are facing because of the current government, and confronted Nafie and co for their corruption.
For three majestic minutes, Alim was the voice of every oppressed Sudanese person who ever endured a hardship in their life while watching the government privilege its own members and their families by generously offering them money, jobs, and perks earned with the blood and sweat of the average Sudanese people like they were theirs to give. ...
Alim is a regular Sudanese citizen, like you and me, with a degree in Engineering who has been struggling for the past four years to find a job despite his qualifications. Like you and me, he is frustrated, fed up, angry. Unlike you and me, he fought his powerlessness and converted it into heroism by challenging the government and voicing what you, me and millions of Sudanese people are feeling but are unable to express.

Forse quella stessa domanda se la fanno anche i politici, però. Alim è stato liberato ieri, dopo che il giorno prima Nafie aveva detto pubblicamente di non aver niente a che fare con il suo arresto.
Ma c'è dell'altro: secondo quanto ha riportato SudanTribune negli ultimi giorni, un gruppo di parlamentari dello Ncp avrebbe presentato al presidente Bashir un memorandum con la richiesta di riforme, senza ricevere però risposte positive. Difficile dire quanto corretta e precisa sia la ricostruzione fatta dal giornale online, ma è possibile, forse addirittura probabile, che le cose stiano effettivamente così. In fondo, oltre al resto, il Sudan si trova in grande difficoltà economica, dopo un decennio di grande crescita che aveva ben alimentato i canali clientelari su cui si regge il regime. Ma la crisi arriverà a un punto tale da portare la rivoluzione anche alla confluenza dei due Nili?

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