lunedì 20 febbraio 2012

La Rai e la "clausola gravidanza"

Di punto in bianco, oggi i giornali (anche quelli che magari pagano i collaboratori esterni 10 o 5 euro a pezzo, per dire...) riportano tra le notizie principali quella della "clausola shock" che, stando alla denuncia di Errori di Stampa, compare come clausola numero 10 del contratto Rai di consulenza. Ovvero una delle varie tipologie di contratti "atipici" che la Rai fa firmare, sostanzialmente senza nessuna possibilità di contrattazione, a migliaia di collaboratori esterni - che, visti i tipi di contratti, rimarranno esterni a vita.

Volevo rassicurarvi: non è una bufala. E non è una novità, come dimostra questo post di Silvia Bencivelli, collega di atipicità. Men che meno è una rarità: nel contratto per ospite intervistato da cui l'ho fotografata è la clausola numero 9, ma è presente, con altri numeri, anche nei contratti da presentatore e da autore testi. Questi almeno sono quelli che ho potuto controllare io stessa, tra i documenti della mia personale amministrazione.
La novità, insomma, non sta nella presenza della clausola, che viene firmata ogni anno - anzi, di solito più volte all'anno, vista la tipologia dei contratti - da migliaia di lavoratori, uomini e donne (è vero che fa molta impressione leggere le parole 
"ove i fatti richiamati impedissero a nostro parere il regolare e continuativo adempimento delle obbligazioni convenute nella presente, quest'ultima potrà essere da noi risoluta di diritto, senza alcun compenso o indennizzo a suo favore"
associate alla gravidanza, ma non dimentichiamoci che valgono anche per "malattia, infortunio, causa di forza maggiore e altre cause di impedimento"!). Ma nella decisione di Errori di Stampa di appellarsi pubblicamente alla Lei per chiedere che questa clausola sia cancellata. 

Sarebbe un primo passo. Ma in tempi di dibattiti su art.18 e cassa integrazione speciale, che noi non sappiamo neanche dove stiano di casa (rischiamo la risoluzione unilaterale del contratto per malattia o gravidanza, vi pare che ci riconoscano qualsiasi altro diritto e/o tutela?), per ridare dignità al lavoro delle migliaia di atipici Rai, e a quello dei giornalisti freelance in generale, ci vorrebbe ben altro.


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